“Non ce la faccio” o “Non ce la farò mai”. Frasi frequenti negli ambienti sportivi. Affermazioni che dicono spesso gli atleti di fronte a una sfida, a una gara o a una richiesta piuttosto impegnativa in allenamento.
“Non ce la faccio” è una frase comoda all’uso, un’escamotage originato dalla nostra mente per evitare una situazione che si sta rivelando impegnativa e fisicamente o mentalmente faticosa. Pensate all’arrampicata, disciplina boulder… quelle mani che scivolano, quelle prese che si fanno così piccole, numerosi tentativi e ci si ritrova sempre a terra. Nell’arrampicata ci si confronta spesso con continue cadute e insuccessi. Per alcuni dire “non ce la faccio” è una strategie per evitare la frustrazione, non intaccare l’autostima e sottrarsi dalle fatiche del continuare a provare.
“Non ce la farò mai” è invece espressione di un atteggiamento mentale piuttosto negativo verso il futuro , focalizzato più sull’insuccesso che sulla possibilità di riuscita. Mentalmente questa frase crea un blocco, attiva scenari di fallimento e ricordi di passati insuccessi, demotivando l’atleta a perseguire i propri scopi.
Che fare quindi con queste due espressioni?
- Rafforzare autostima ed autoconsapevolezza. E’ un lavoro lungo, che richiede motivazione e determinazione ma che può iniziare da un semplice esercizio: appuntatevi quanto frequentemente dite queste frasi , in quali situazioni si presentano e soprattutto riflettete sul perché lo dite. Paura di non riuscire a fare una cosa che vi propone il vostro allenatore? Paura di fare brutta figura agli occhi degli altri? Paura di fare troppa fatica? Timore di incorrere in un ulteriore insuccesso?
- Thought Stopping, ovvero la tecnica di bloccare i pensieri. Dopo aver preso consapevolezza di quanto, perché e dove ricorrono maggiormente le frasi “non ce la faccio” e/o “non ce la farò mai”, iniziate a vietarvene l’uso. Ovvero, ogni volta che pronunciate o state per pronunciarle, pensate o dite ad alta voce “stop!”, “non è vero”. Lo scopo è quello di iniziare ad eliminare queste frasi dal vostro vocabolario.
- Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Per valutare il vostro approccio positivo o negativo all’esperienza, tenete un diario in cui ogni giorno vi appuntate un evento accaduto nella giornata, i pensieri associati ad esso, le emozioni provate e le reazioni/comportamenti legati all’avvenimento. A fine settimana valutate se ci sono stati più pensieri negativi, demotivanti e dubitanti oppure una prevalenza di pensieri positivi, motivanti, rassicuranti e fiduciosi verso le proprie capacità di riuscita.
- Self talk positivo. Allenatevi a trasformare i vostri dialoghi interni impostati in modo negativo, ovvero ciò che vi dite e pensate, in dialoghi interni formulati in positivo, centrati sul se e sulle proprie qualità. Ad esempio “non ce la farò, è troppo difficile” si può trasformare in “Dai, provaci!” o “Tieni duro!”
In conclusione, “Non ce la faccio” e “Non ce la farò mai” hanno il potere di inibire le vostre capacità di riuscita, bloccarvi nella realizzazione dei vostri obiettivi. Sono espressioni che possono nascondere livelli di autostima e di autoefficacia un po’ bassi ma con un adeguato lavoro di consapevolezza e di mental training è possibile eliminare questi blocchi mentali che spesso portano a… gettare la spugna!
Mentesport
Draw Credit: Federico Viverit (Instagram:@viveritdraws)